Le paure dei bambini
Durante lo sviluppo ci sono costanti prove che il bambino deve superare in relazione alla crescita, allo sviluppo di nuove competenze fisiche e mentali e alle difficoltà relazionali, sociali e familiari.
Superare quotidianamente piccole paure aiuta i bambini a crescere, diventare più sicuri e sentirsi più forti.
Le paure dei bambini dunque, fanno parte della crescita e non sono nulla di patologico. Ma se cominciano ad invalidare troppo la serenità del bambino (creando difficoltà nel sonno, disturbi di natura psicosomatica, isolamento, panico, evitamento, disturbi nell’alimentazione, etc…) i genitori devono correre ai ripari per evitare il costruirsi di un disturbo. Quando una o più paure mettono in crisi le risorse del bambino e le strategie adottate dal genitore per aiutarlo diventano fallimentari, in alcuni casi la paura aumenta e le modalità erronee per superarla pongono la base per la costruzione di una difficoltà a se stante.
In età scolare appaiono per la prima volta forme di paura specifica e talvolta vere e proprie fobie.
In questi casi il genitore deve essere da una parte rassicurante, senza sminuire o sottovalutare la reazione spaventata del figlio, dall’altra deve spingere il bambino ad affrontare le sue paure.
La paura è una sensazione che se affrontata diventa coraggio, se evitata si trasforma in panico. Ma quale è la più corretta modalità per farlo?
La Terapia Breve Strategica è un approccio psicoterapico innovativo, originale ed efficace che si differenzia da quelli tradizionali in quanto mira a risolvere problemi anche invalidanti in breve tempo. La modalità di intervento non prevede l’analisi delle cause del problema nel passato ma si lavora per attuare soluzioni presenti mirate ad un cambiamento duraturo.
Nel caso dei bambini che presentano difficoltà o disturbi questo viene attuato attraverso la “Terapia indiretta” e nella maggior parte dei casi l’intervento dura anche poche sedute (due o tre).
L’intervento indiretto elegge i genitori come primi e principali artefici e protagonisti del cambiamento. Si lavora con loro senza portare il figlio in terapia e senza andare alla ricerca del “colpevole”. L’obiettivo è quello di renderli dei punti di riferimento affidabili in quanto autorevoli per il bambino. Lo specialista li guida a diventare i terapeuti dei propri figli, prescrive loro modalità e strategie costruite ad hoc che condurranno i figli al superamento del disagio e al riequilibrio dell’intero sistema familiare.
Con l’aiuto di uno specialista il genitore verrà guidato in una prima fase a far sì che ogni giorno il bambino esprima ai genitori la sua paura esasperandone le fantasie. I genitori devono limitarsi ad ascoltare i propri figli senza commentare al fine di smontare le paure.
Nella seconda fase, il genitore deve esporre gradualmente il bambino alla situazione minacciosa. Dovrà, quando si dovesse presentare la paura, far esprimere verbalmente al bambino ciò che teme possa succedere e le sue sensazioni peggiori.
Di solito bastano poche settimane per condurre il bambino a superare la sua paura. Questo metodo è applicabile anche alla paura di dormire nella propria cameretta o disagi come l’ansia da separazione.
Attraverso la terapia indiretta si possono affrontare con successo i più importanti problemi che si riscontrano durante l’età infantile e preadolescenziale:
La terapia indiretta attraverso i familiari può essere anche efficacemente utilizzata in tutti i casi in cui chi manifesta il disagio è restio a chiedere un aiuto specialistico od è scarsamente collaborativo in seduta. Può essere utilizzata anche per condurre dal terapeuta il familiare ritenuto in difficoltà, evitando che si senta pressato o costretto.Bibliografia